Lo scorso giovedì 26 aprile un gruppo di 20 studenti delle classi Seconde della Scuola Secondaria di I Grado del Leone XIII si è riunito in aula di informatica per un incontro virtuale in lingua francese con una classe di studenti canadesi di una scuola della Compagnia di Gesù, la Loyola School di Montreal.
Si è trattato del momento conclusivo di un progetto che ha coinvolto tutte le classi seconde durante quest’anno scolastico. Le nostre insegnanti di francese, la prof. Luisa Colombo e la prof. Vanessa Lanari, ci hanno stimolato a riflettere su alcune tematiche che riguardano la nostra società; la scuola canadese ha proposto una lista di argomenti e noi abbiamo riflettuto sul diritto all’istruzione, a partire dall’analisi della figura di Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace nel 2014.
Attraverso alcuni lavori di gruppo, abbiamo analizzato documenti su questo personaggio ed abbiamo realizzato un gioco dell’oca con domande riguardanti la vita di Malala. E finalmente, qualche giorno fa, abbiamo apprezzato i frutti del nostro lavoro durante il gemellaggio virtuale con la scuola canadese.
L’incontro è iniziato con una presentazione delle due scuole: abbiamo scoperto la vita scolastica e l’organizzazione della Loyola School di Montreal e abbiamo raccontato com’è organizzato il nostro Istituto e la giornata degli studenti al Leone XIII.
Durante il collegamento, abbiamo scoperto che la scuola canadese è un istituto solo maschile e che agli studenti è richiesto di indossare una divisa: camicia bianca, giacca, cravatta e pantaloni. Ci hanno raccontato che per le loro attività didattiche utilizzano i tablet.
Dopo questo primo momento di conoscenza, abbiamo iniziato a giocare: abbiamo posto delle domande su Malala Yousafzai, a cui gli studenti canadesi hanno risposto con prontezza, dimostrandosi interessati e curiosi.
A loro volta ci hanno posto domande sugli argomenti da loro trattati, che spaziavano dal cibo spazzatura, “la malbouffe”, all’inquinamento ambientale, fino ai videogiochi e al calcio, coinvolgendoci nel cercare le risposte esatte e nel formularle nel modo migliore in francese.
Non è stato facile comprendere immediatamente tutte le loro domande: alcuni avevano un’ottima pronuncia francese, altri però avevano un forte accento inglese e abbiamo dovuto chiedere loro di ripetere le domande. Al contrario, noi siamo stati contenti e soddisfatti del fatto che siamo riusciti a comunicare utilizzando il francese e a farci capire facilmente fin dal primo approccio.
Prima di concludere il collegamento abbiamo anche avuto la possibilità di porci reciprocamente delle domande sulla nostra vita quotidiana: abbiamo scoperto che tra gli studenti canadesi c’era anche un ragazzo di origine italiana, che ci ha raccontato che gli piace preparare la salsa al pomodoro insieme a sua nonna!
E’ stata una divertente occasione di confronto, durante la quale abbiamo utilizzato il francese per conoscere ragazzi di nazionalità diversa e lavorare insieme nonostante la distanza che ci separa.
Chiara Regruto, Martina Locci e Aideen Flanagan
Scuola Secondaria di I Grado