Il 3 e il 4 maggio a Palermo si è svolta la XXXV edizione del congresso internazionale I Gesuiti e la Storia, quest’anno dedicato ai migranti.
Il convegno è stato ospitato presso l’Istituto Gonzaga, che ne ha curato l’organizzazione.
Vi hanno preso parte studenti dei collegi dei Gesuiti dell’Argentina, della Lituania, dell’Ungheria e della Provincia Euromediterranea di Malta, Albania, Milano, Torino, Roma, Napoli, Messina.
Per il Leone XIII era presente una delegazione composta da 4 studenti di IV anno dei Licei: Tommaso Colombo, Marcello Minaudo, Elisa Navarrini e Chiara Quintarelli, accompagnati dalla prof.ssa Sara Raffaelli.
I Leoniani hanno presentato in inglese una relazione dal titolo: With open arms. Jesuits and immigration.
Elisa e Chiara ci hanno inviato una sintesi della loro esperienza:
Mercoledì 2 maggio ci siamo recate a Palermo, accompagnate dalla prof.ssa Raffaelli, insieme ai nostri compagni Marcello e Tommaso per prendere parte al convegno “I Gesuiti e la Storia”.
Il convegno è un appuntamento annuale tra numerose scuole della compagnia di Gesù. I partecipanti di quest’anno provenivano dalle scuole dei Gesuiti di Messina, Roma, Napoli, Torino, Albania, Malta, Ungheria, Lituania e addirittura Argentina!
La tematica trattata quest’anno era molto interessante e attuale: l’immigrazione e, in particolar modo, l’impegno dei Gesuiti per l’accoglienza dei migranti non solo nel nostro Paese, ma anche in molte nazioni d’Europa e del mondo.
Ogni giorno i ragazzi delle diverse delegazioni hanno esposto come i Gesuiti si occupano dei migranti in tutto il mondo. Abbiamo ritenuto particolarmente interessanti le relazioni dei ragazzi provenienti da Paesi che hanno una realtà molto diversa rispetto a quella italiana come, ad esempio, la Lituania. Nel nostro Paese, infatti, cercano rifugio persone provenienti prevalentemente da paesi extraeuropei, come l’Africa o il sud America. Il flusso migratorio che colpisce la Lituania proviene, invece, principalmente dalla Russia. Molti Russi che sono stati riconosciuti come dissidenti politici cercano rifugio in paesi come la Lituania, in quanto non sono lontani dal loro ed hanno molte usanze e tradizioni simili alla propria nazione d’origine.
Noi del Leone abbiamo presentato il lavoro dei Gesuiti a servizio degli immigrati nel comune di Milano, concentrandoci sulle strutture di San Fedele e di Villapizzone, grandi punti di riferimento per tutti coloro che, arrivati da poco in Italia, hanno bisogno di un sostegno economico o morale.
Di particolare impatto è stata la testimonianza del dottor Pietro Bartolo, medico di primo soccorso per i rifugiati che arrivano frequentemente a Lampedusa. Il discorso del dottor Bartolo è stato crudo e realista, in quanto ci ha parlato di situazioni terribili che ha vissuto in prima persona. Le immagini che ci ha presentato mentre parlava mostravano persone malate, ferite e sofferenti. Ci ha inoltre mostrato video di tutte le persone che muoiono prima di raggiungere la costa, i loro cadaveri, i sacchi in cui li chiudono e le loro bare.
È una testimonianza che sicuramente ci ha fatto riflettere su quanto la situazione di queste persone sia più disperata di quanto possa emergere dai notiziari o dagli articoli che ci sono presentati ogni giorno. Il dottore ha parlato inoltre della grande speranza che anima queste persone quando arrivano in Italia.
Proprio questa speranza di trovare in Italia un mondo migliore, senza guerre, carestie o pestilenze, di potere svolgere nel nostro Paese una vita a cui tutti hanno diritto, senza essere perseguitati per le proprie credenze politiche o religiose, spinge i migranti ad intraprendere un viaggio inumano, nel quale essi sono totalmente in balia dei trafficanti di uomini, che dispongono a loro piacimento della vita di persone che hanno l’unica colpa di avere un sogno per la propria vita. Purtroppo spesso le aspettative di chi riesce ad arrivare in Italia, dopo tremendi viaggi della speranza, vengono brutalmente infrante. I migranti si devono spesso confrontare con i pregiudizi di chi dovrebbe, invece, accoglierli a braccia aperte. Spesso, inoltre, mancano i fondi per favorire la loro integrazione nel nostro Paese.
Al termine di questo convegno abbiamo realizzato quanto i Gesuiti si impegnino per aiutare tutti coloro che cercano rifugio nel nostro Paese e quanto ancora c’è da fare per rendere il mondo un posto più accogliente per tutti e, in particolare, per non far perdere la speranza a coloro che arrivano in Italia e che hanno questa sola speranza come bene in loro possesso.
Elisa Navarrini, IV Liceo Classico
Chiara Quintarelli, IV Liceo Scientifico
Ringraziamo la dirigenza e i docenti, gli studenti e le famiglie del Gonzaga di Palermo per l’ottima accoglienza, per le testimonianze e per l’alto profilo del convegno.