90 ragazzi del quarto anno dei Licei, otto docenti, due gesuiti: questi i numeri che sintetizzano il coinvolgimento nell’edizione 2018 del Kairòs MiTo (Milano-Torino) a Susa, con l’undicesimo e dodicesimo ritiro organizzato dai due collegi, il Sociale di Torino e il Leone XIII di Milano.
Inevitabile la scelta, divenuta oramai tradizione considerando l’alto numero delle adesioni, di due turni, il primo dal 21 al 24 marzo; il secondo, dal 18 al 21 aprile.
Per la quota “milanese” della staff che ha organizzato il ritiro, una menzione speciale va innanzitutto ai leader: a Giorgia Cipolla, Anna Crea, Filippo Dallanoce, Edoardo Del Bianco, Giulia Soldani e a chi li ha preparati e accompagnati da ottobre, il prof. Lorenzo Pellegrinelli.
A loro si è aggiunto il gruppo dei proff. Michele Caprioli, Cecilia Scaglioni, Silvia Raffaelli e Francesca Focaroli, oltre a chi vi scrive.
Anche quest’anno, al termine del ritiro, si è “letta” sui volti la soddisfazione per i giorni trascorsi e il percorso compiuto insieme. Il Kairòs si conferma una bella occasione di rilettura della propria vita, e “momento opportuno” per porsi qualche domanda importante.
“Che cosa accade al Kairòs?”, spesso viene chiesto. Quel che si può dire è che vengono create le condizioni logistiche, di spazio e tempo, per (ri)scoprire il ruolo dell’Amore nella propria vita e riconciliarsi con Dio, con persone care, con il proprio passato, con le sue ferite. Per chi crede, quell’Amore assume i tratti del volto di Gesù, della premura di un Padre, della fedele presenza dello Spirito.
Quest’anno, il tempo caldo e bello di entrambi i turni ha permesso inoltre di apprezzare il paesaggio montano, con le cime innevate, il cielo terso e turchino di alta quota, con l’ospitalità calorosa delle suore Figlie di San Giuseppe che ci accolgono con tanta amicizia oramai da vari anni.
Padre Diego Mattei SJ
Responsabile della Pastorale