Questa mattina le classi seconde dei Licei dell’Istituto Leone XIII – lo Scientifico in DDI e il Classico e lo Scientifico Sportivo nelle loro aule – hanno potuto assistere in diretta streaming ad uno spettacolo teatrale di eccellenza dal titolo “Stupefatto – Avevo 14 anni, la droga molti più di me”, ideato e realizzato da Itineraria Teatro.
“Stupefatto” è uno spettacolo ormai famoso e prima delle attuali limitazioni pandemiche è già stato visto in presenza da oltre 200mila studenti delle Scuole Superiori di varie città d’Italia.
Sfruttando le più moderne tecnologie, la compagnia teatrale di Cologno Monzese ha saputo riorganizzarsi e ha mantenuto fede alla propria tournée rendendo fruibile lo spettacolo anche a distanza, senza privarlo della ricchezza dei suoi contenuti e dell’esperienza emozionale che lo accompagna.
Già dal titolo si evince il focus di questa vera e propria proposta didattica, ideata e confezionata con i codici del teatro civile: l’approfondimento circa il rischio nell’uso di sostanze stupefacenti e le conseguenze pericolose a cui esso può portare.
La compagnia teatrale Itineraria non è nuova a questo genere di narrazione avendo già ideato altri spettacoli di successo inerenti la prevenzione e la sensibilizzazione dei più giovani contro l’uso delle sostanze che causano dipendenza, promuovendo a vario titolo l’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva, tanto che il Ministero dell’Istruzione (MIUR) ha siglato con Itineraria un Protocollo d’Intesa che ne rafforza la mission, artistica e di denuncia sociale.
Il racconto messo in scena ha catturato l’attenzione degli studenti del Leone per un’ora e mezza. Con l’ausilio di immagini, video, musiche e di un semplice leggio l’interprete Fabrizio De Giovanni è diventato Rico (diminutivo di Enrico Comi), vestendo i panni del protagonista “reale” di una storia di dipendenza e dando voce all’esperienza di ragazzi che all’epoca avevano la stessa età degli studenti in platea. Rico è un ragazzo che in compagnia dei suoi amici Luca, Marco, Antonella, Franco… si avvicina alla droga, un po’ per emulazione, un po’ per moda, e ne rimane tristemente “stupefatto”.
Sul palco si susseguono episodi di cronaca, che aiutano i giovani di oggi a prendere consapevolezza di quanto la droga, in ogni sua sostanza e forma, faccia male. “I nostri spettacoli non costituiscono un fatto estetico – dice Fabrizio De Giovanni, classe 1967 e allievo di Dario Fo – ma rispondono alla necessità di informare il pubblico, portarlo alla presa di coscienza e, partendo dall’indignazione, stimolarne la partecipazione attiva”.
E così è stato anche per i nostri ragazzi, invitati al termine dello spettacolo ad interagire proprio con Enrico Comi, il protagonista autore dell’autobiografia da cui è stato tratto “Stupefatto”: presente sul palco, con i suoi capelli lunghi, ha risposto alle domande degli studenti confermando la volontà di condividere con tutti loro il suo pensiero a favore della prevenzione.
Ringraziamo la Prof.ssa Elisabetta Brun per aver organizzato questa originale occasione di formazione al pensiero critico e di informazione su un problema come quello drammatizzato che, ancora oggi purtroppo, trova spazio sulle pagine di cronaca.
Rosalia Negretto