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La lettera di Mariano al Leone XIII

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera agli amici del Leone XIII scritta da Mariano Iacobellis SJ, che sabato 27 giugno, come vi avevamo annunciato, sarà ordinato diacono a Roma.

 

Carissimi amici,

prendendo spunto da Calvino ho pensato almeno a dieci incipit diversi per cominciare questa lettera. Alla fine ho scelto quello a me più congeniale: LA BREVE STORIA TRISTE. Più o meno recita così

  • Ordinazione diaconale.
  • Coronavirus.
  • Porte chiuse.

Chi avrebbe immaginato che le nostre vite sarebbero state segnate in modo così radicale da un virus che è 600 volte più piccolo di un capello umano? Nella fatica che tutto ciò ha generato so per certo che il Leone ha vissuto da vera comunità questo tempo fuori dal tempo. La comunità, il “cum-munus” trova il suo fondamento nella natura obbligativa del dono. “Munus” e non “donum”, proprio a sottolineare attraverso la radice “mei-“, l’insita natura prescrittiva del dono che diventa vincolo e legame.

Un dono che obbliga al controdono. Come ci ha insegnato Marcel Mauss, questo genere di dono precede logicamente e, in qualche modo, fonda la pratica dello scambio. Il dono qui, svela semplicemente il dovere di una restituzione, il debito contratto, il tributo non volontario che la relazione con l’altro ci necessita ad accettare.

Una foto cara a Mariano: al Cammino di Santiago con gli studenti del Leone

Una foto cara a Mariano, scattata al Cammino di Santiago con gli studenti del Leone

Ecco allora che la relazione con gli altri e la comunità stessa nasce e si caratterizza su di un vuoto, non su una proprietà comune che ci caratterizza, che possediamo assieme agli altri e che ci rende simili, ma, piuttosto, su una sottrazione che, invece, ci priva di quella stessa qualità definitoria rendendoci debitori. Ci uniamo perché siamo debitori gli uni nei confronti degli altri. Ed è proprio a partire da questo che sento il desiderio di condividere con ciascuno di voi questa importante tappa della mia vita che mi porterà, sabato 27 giugno, ad essere ordinato diacono nella Chiesa del Gesù di Roma insieme ad altri 19 gesuiti.

Sento la necessità di esprimere tutta la mia gratitudine all’intero mondo del Leone che mi ha accolto per due anni durante la tappa del magistero. È una gratitudine totale che abbraccia ogni persona incontrata. Dai ragazzi, alle famiglie, ai professori, a tutto il personale non docente e ad ogni singola persona incrociata durante le tante esperienze cui ho preso parte.

Nei giorni scorsi ho potuto rileggere con immensa gioia il mio percorso nella Compagnia di Gesù. Quante esperienze, viaggi, incontri. Eppure, senza ombra di dubbio, ho potuto sentire con chiarezza come il tempo condiviso con voi è stato un vero e proprio momento di grazia nella mia vita di uomo prima e gesuita poi.

È tra i corridoi del Leone che per la prima volta, forse, ho avuto chiara evidenza di cosa significasse per me essere gesuita e per la prima volta ho avvertito tutta la bellezza di esserlo. È nel tempo speso a Milano che la mia vocazione si è rafforzata e adesso giunge a un suo primo compimento.

Ancora oggi, a distanza di qualche anno, sento intatto la profondità di tante esperienze e relazioni vissute nella gratuità e generosità. Con molti di voi ho camminato, ho viaggiato, ho condiviso momenti di vita e ho ricevuto sempre accoglienza e affetto sincero. Ho sofferto davvero tanto nel momento in cui ho dovuto lasciare il Leone. Una tristezza però che è stata sempre controbilanciata dalla bellezza del tanto ricevuto.

Per questo mi sento di dire che viviamo insieme ma distanti. Siamo ancora comunità in cerca di una nuova immunità. Siamo relazioni che rifuggono il corpo, il contatto, ma non l’affetto e l’amore.

Tutto questo mi consente di vivere con non troppa fatica il fatto di celebrare il momento dell’ordinazione, a porte chiuse, senza la presenza fisica di tante persone care che hanno accompagnato e sostenuto i miei passi.

Nel mio cuore, nella mia mente, nella mia preghiera ci sarete e sarà una gioia immensa pregare per ciascuno di voi nel momento in cui mi prostrerò a terra.

Grazie di tutto! Spero che potremo ritrovarci insieme nel giorno della mia ordinazione sacerdotale e ancor di più in una prima messa che sogno di celebrare nella Cappella del Leone.

Con affetto e gratitudine grande

Mariano

 

P.S. A margine condivido qualcosa sul mio futuro.

Dopo l’ordinazione il Padre Provinciale mi ha destinato a Cagliari alla nostra Facoltà Teologica. Lì completerò il mio dottorato in filosofia e comincerò ad inserirmi nell’insegnamento della filosofia e in altre attività pastorali da definire.

Penso che la Sardegna sia un bel posto dove far vacanza. Vi aspetto!


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