Il 9 maggio è una data fatidica per noi Italiani, giacché ci ricorda il drammatico giorno in cui il cadavere di Aldo Moro fu trovato nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani a Roma, a metà strada tra le sedi della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista. Si spegneva la vita di uno dei più grandi leader della nostra storia repubblicana, moriva nel contempo l’idea ardita del compromesso storico, che avrebbe voluto regalare all’Italia periodi di maggiore durata e stabilità dell’esecutivo, anticipando di fatto in chiave domestica e visionaria la fine della Guerra Fredda.
L’Unione Europea aveva tuttavia già da tempo scelto il 9 maggio come data per celebrare la Festa dell’Europa, ricordando la Dichiarazione di Robert Schuman, ministro degli Esteri francese, pronunciata proprio in quel giorno nel 1950. Dalla morte la vita, dalla distruzione le più belle e audaci costruzioni per una nuova storia.
Sabato 9 maggio abbiamo scelto di ricordare l’Europa e la sua prima attuazione concreta nella CECA, forti anche della suggestiva occasione del suo settantesimo anniversario. Abbiamo chiesto aiuto al nostro ex alunno, senatore a vita, prof. Mario Monti, che ha cercato di risvegliare nei nostri giovani un’idea costruttiva di Europa, partendo da Schuman e da Monnet, e passando attraverso gli attualissimi esempi dell’approvazione del MES all’Eurogruppo del giorno prima e delle discusse dichiarazioni della Corte Costituzionale di Karlsruhe all’inizio della settimana. Ieri e oggi ricollegati ad arte, in un’intensa mezz’ora online, corredati da altri 90 minuti di domande a raffica dei nostri liceali. Una bella mattinata di scuola, di Europa, di educazione permanente anche per i molti adulti che erano connessi e che hanno accettato di stare nelle retrovie, lasciando tutto lo spazio ai giovani nella discussione.
Schuman ha pronunciato la sua Dichiarazione senza curarsi dei sondaggi, che allora non erano di moda. Ma se avesse fatto un sondaggio preliminare, sarebbe risultato sicuramente perdente e l’idea di Europa non sarebbe esistita. Da qui è partito il prof. Monti, insistendo sulla figura di Schuman come leader, come uomo politico che ha saputo prendersi le sue responsabilità, invece che seguire i follower, come oggi risulta più comodo.
Il prof. Monti ha anche ricordato i meriti dell’Unione anche al di fuori del campo economico e commerciale: legislazioni nazionali sempre più avanzate nel campo della difesa dell’ambiente, delle pari opportunità, della giustizia tra i popoli e nel rispetto dei diritti umani, hanno preso le mosse da dichiarazioni e decisioni comunitarie, che a ricaduta hanno influenzato in modo sempre più consistente l’azione dei governi nazionali. La grande mancanza è la gestione comune di una politica estera.
Il MES, cioè il cosiddetto fondo salva-Stati, è una buona cosa per il nostro Paese colpito dalla crisi derivante dal Covid-19 e non solo: andrebbe accettato, anche perché pone condizioni di restituzione del debito molto favorevoli. E il prof. Monti ha snocciolato e chiarito numeri e fonti di riferimento, che hanno aiutato gli studenti ad orientarsi meglio su un argomento che è già diventato in Italia tristemente argomento di campagna elettorale.
Insomma, se vogliamo essere sovranisti, lo dobbiamo essere in Europa: cittadini attivi, che sappiano recuperare un maggiore senso dello Stato. Fuori dall’Europa giocheremmo in serie C o D, davvero condannati ad essere comandati e controllati da Paesi più forti. Soprattutto in questo momento storico, in cui sembra che il nostro alleato di sempre, gli USA, si stia allontanando, è fondamentale continuare a lavorare per costruire un’Europa forte, che non si limiti ad essere un ghiotto bottino per le potenze emergenti nel nuovo ordine/disordine mondiale.
Prof. Paolo Tenconi
Referente dei Progetti