Quest’anno le esperienze di internazionalità dei nostri Liceali negli Stati Uniti si sono arricchite di una nuova meta: Dallas, dove si è aperto un canale di collaborazione con il Jesuit College Preparatory School.
Dal 29 ottobre al 13 novembre un gruppo di studenti del terzo anno, accompagnato dalla prof.ssa Simona Cattaneo, ha trascorso intense giornate nella celebre località texana, partecipando alle lezioni della scuola, visitando i luoghi caratteristici della città, svolgendo anche attività di volontariato.
I ragazzi sono stati ospitati presso le famiglie del collegio, che ringraziamo per la calorosa accoglienza e per la disponibilità. A marzo ricambieremo, ospitando gli studenti americani, in visita nella nostra città.
Vi giriamo due pagine di diario delle giornate texane, scritte dagli stessi studenti.
Resoconto del 4 novembre:
Cowboys, rodei, partite di football, cheerleaders: finora si erano visti solamente nei film. E invece eccoci qui, ad una settimana dalla nostra partenza per Dallas, Texas, a ricapitolare quelli che sono stati giorni densi di scoperte e avventure.
Ventiquattro ore fra voli e lunghe attese in aeroporto: siamo arrivati, pronti ad essere ospitati dai ragazzi della high school gesuita della città. Li abbiamo già contattati nei giorni precedenti al nostro arrivo, ma dal vivo è diverso. Bisogna cercare di instaurare un rapporto di amicizia, collaborazione, provando a inserirsi a pieno, seppur per breve periodo, nella famiglia che ci fa da casa. Casa che è teatro di lunghe conversazioni, dalla politica, molto sentita in questo periodo per via delle elezioni, agli hobby e interessi condivisi.
La mattina i ragazzi guidano fino a scuola (prendono la patente a 16 anni) e noi li seguiamo come ombre in tutte le lezioni che si susseguono nel corso della giornata: dalle più tradizionali, come inglese e latino, alle più inusuali ma non meno interessanti, come filmmaking e ingegneria.
L’organizzazione della scuola è in sé molto diversa: gli studenti cambiano classe ogni ora, scelgono le materie che desiderano studiare suddivise per livello di difficoltà e hanno ore buche durante la giornata, momenti che solitamente sfruttano per studiare. Le lezioni sono a loro volta differenti dalle nostre: meno frontali, più volte al dibattito e alle opinioni degli studenti che sono invitati a riflettere e ad assumere una posizione rispetto a diversi temi di interesse più o meno attuale.
Ho partecipato con il mio ospite ad una riunione della Political Society nell’ora di pranzo e mi ha colpito come gli studenti che partecipavano (una ventina, autogestiti) si schierassero con convinzione per difendere le proprie tesi, ampiamente supportate da una solida base storica. Certamente sono facilitati dalla scuola, che li invita fin da subito a prendere parte al dibattito, organizzando giornate speciali in cui vengono invitate personalità (ad esempio il sindaco di Dallas) per discutere di problematiche politiche e sociali.
Abbiamo anche svolto alcune attività di volontariato, come raccolta e distribuzione abiti e cibo, sostegno ad alcuni bambini nello svolgimento di attività didattiche.
Non mancano ovviamente momenti di sfogo e divertimento: ne abbiamo avuto un esempio venerdì in occasione di un evento che si ripete a scuola ogni anno, il cosiddetto Ranger Day. I festeggiamenti si sono aperti con la sfilata dei ragazzi dell’ultimo anno travestiti da supereroi, qualche gara di pallacanestro (truccata, a favore dei grandi) e bubble soccer (calcio all’interno di bolle di plastica) in attesa dell’evento principale: la chariot race. Gruppi di freshman (primini) trainano piccoli carretti con studenti dell’ultimo anno in una gara che cattura l’attenzione della tifoseria della scuola. Il tutto corredato da spettacoli di cheerleaders e performance della banda della scuola, in un clima di spensieratezza e allegria. E poi la sera partita di football. Mi correggo, spettacolo con annessa partita di football. A catturare l’attenzione è l’elicottero che consegna la palla per la partita, le coreografie, la banda. Insomma, un grande momento di ritrovo, per compagni e amici. E in realtà la partita di football non la guarda nessuno.
Ora arriva il weekend: in programma abbiamo visita della città e tipico rodeo texano. A breve arriveranno altri aggiornamenti.
Thomas Maisonneuve
Terza Liceo Scientifico C
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Ed ecco gli aggiornamenti del weekend, datati 8 novembre:
Terminata un’intensa settimana di scuola siamo pronti a trascorrere il nostro weekend con le famiglie ospitanti: ci attendono due giornate rilassanti ma ricche di impegni.
Il sabato mattina è libero e ognuno di noi ha la possibilità di riposare o di visitare Dallas, mentre in serata ceneremo tutti insieme per poi recarci al rodeo a Fort Worth, un piccolo paese in cui il tempo sembra essersi fermato al XIX secolo.
Dopo esserci saziati con un’abbondante cena messicana siamo pronti per il rodeo: quest’esperienza è nuova per ognuno di noi e turba l’animo dei più sensibili, ma la maggior parte del pubblico è entusiasta nel vedere le differenti esibizioni.
La fine del weekend si avvicina e ci accingiamo a trascorrere l’ultima domenica in famiglia, dopo una settimana esatta dal nostro incontro.
Il punto di ritrovo è Klyde Warren Park, un parco nel centro della città, dove, nonostante la pioggia battente, iniziamo una partita di football americano su un campo improvvisato. La giornata prosegue con la visita del Perot Museum of Nature and Science, un museo con sezioni dedicate allo sport, allo spazio, alla robotica ed altro ancora.
Si conclude così il nostro fine settimana americano: alcuni di noi hanno l’opportunità di vedere una partita di basket o di calcio, altri preferiscono riposarsi per vivere al meglio gli ultimi giorni di questa magnifica esperienza.
Matteo Arrigoni, Matteo Dragonetti, Riccardo Giacalone
Terza Liceo Scientifico A