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Il Leone agli Stati Generali della Scuola Digitale

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Giovedì 26 maggio a Bergamo si sono tenuti gli Stati Generali della Scuola Digitale.

Il numero di scuole presenti a questo importante evento organizzato, tra gli altri, da Imparadigitale,  dà la misura di un desiderio di innovazione e di ricerca che la Scuola italiana sembra sentire sempre di più. Alle parole condivisione, confronto, scambio di buone pratiche sembrano aggiungersi oggi progettare insieme ai ragazzi, flessibilità dei tempi e degli spazi dell’apprendimento, creare impatto sociale.

ScuoladigitaleDi particolare interesse gli interventi sulla media education, sul ripensamento degli spazi e degli ambienti educativi, sul Piano Nazionale Scuola Digitale.

I nostri studenti di II Liceo Scientifico, Filippo Lamanna e Thomas Maisonneuve, hanno rappresentato il Leone nel corner delle Scuole, mostrando ai visitatori le caratteristiche della nostra pedagogia, spaziando dall’utilizzo di iPad nella didattica ai possibili approcci creativi che esso permette.

Molti progetti della nostra scuola sono stati valorizzati grazie al lavoro realizzato da Thomas, che ha suggerito le possibili implicazioni didattico-formative della produzione video. Il nostro ex-alunno Andrea Cecchi ha presentato StudentsOnStage, il portale sull’alternanza scuola-lavoro realizzato lo scorso anno da un gruppo di nostri alunni nell’ambito del concorso Think for Social della Fondazione Vodafone.

Ecco una testimonianza dei ragazzi:

I visitatori ci sono sembrati molto interessati, c’erano docenti dalla Primaria ai Licei e tutti hanno apprezzato le nostre idee e hanno cercato di collaborare con noi per trovare un’applicazione utile al contesto in cui insegnano. Thomas Maisonneuve

Thomas con alcune visitatrici

Thomas con alcune visitatrici

Molte delle persone che si sono presentate al nostro stand si sono dimostrate aperte alle novità e a dialogare con noi studenti. Anche per noi questa giornata è stata ricca di spunti che vorremmo sviluppare proponendo progetti innovativi per la nostra scuola. Filippo Lamanna

Mentre i ragazzi accoglievano i visitatori, la delegazione dei nostri docenti composta dalla maestra Elena Panico, dai proff. Paolo Ferrario e Christian Devaux e dalla prof.ssa Elisabetta Brun era impegnata nei tavoli tematici su Scuola e Social Media, Neuroscienze, Metodologia Scientifica e Animatori digitali.

Ecco alcune loro risonanze su questa giornata:

Mi piace il fermento che si è respirato. È come se costruissimo davvero il nostro futuro; molto interessante il fatto che siano gli studenti a tracciare la strada sulla scuola del domani. Questa sinergia tra diverse generazioni è una chiava evolutiva interessante. Come insegnante mi sento chiamata a una maggiore responsabilità: bisogna stare al passo e aggiornarsi in continuazione. Maestra Elena Panico

Nel tavolo di lavoro a cui ho partecipato si è evidenziata la possibilità di una maggiore alleanza tra scuola e famiglia grazie all’utilizzo della medesima tecnologia da parte dei genitori e dei figli, che ha provocato una maggiore partecipazione delle famiglie alla vita scolastica. La scuola sembra rimanere però estranea all’uso degli ambienti social dei ragazzi, che potrebbero essere uno dei luoghi di incontro e di rapporto educativo efficace. I ragazzi inoltre, pur usando la tecnologia, non hanno metodologia. Gli studi hanno constatato che esiste una correlazione tra l’esposizione ai rischi e una mancanza di vere competenze digitali. La scuola deve educare alla legalità informatica e allo spirito critico, partendo proprio dal mondo social in cui sono immersi. Prof.ssa Elisabetta Brun

Tavolo su Scuola e Social Media

Tavolo su Scuola e Social Media

Dal tavolo di lavoro sull’Animatore Digitale è emersa una figura importante di raccordo tra la linea politica della Direzione scolastica e il lavoro metodologico dei docenti. Egli infatti propone buone pratiche legate all’uso della tecnologia lasciando spazio alla sperimentazione e all’autoformazione. Dal dibattito non è emersa una soluzione sulla questione della valutazione delle competenze ma è stato ulteriormente sottolineato il contrasto tra la valutazione tradizionale delle conoscenze (definita analogica) e quella basata sulle competenze (definita digitale). Prof. Christian Devaux

Il tavolo di lavoro sull’apprendimento della metodologia scientifica è stato condotto da un medico ricercatore che ha evidenziato come studenti con un ottimo curriculum accademico provenienti da facoltà scientifiche siano spesso sprovvisti di qualunque pratica laboratoriale e della cultura del laboratorio; questa sembra essere in gran parte assente dalla metodologia didattica legata alle materie scientifiche. Dove è presente, è più votata alla dimostrazione di quanto già appreso dal punto di vista teorico piuttosto che all’effettiva indagine che sta alla base di ogni progresso scientifico. Questo vuoto formativo ha conseguenze più gravi di quanto a prima vista possa apparire. Senza una cultura della sperimentazione e dell’accertamento delle fonti il rischio è soprattutto quello di non saper leggere in modo critico quelle informazioni scientifiche totalmente prive di fondamento che vengono abitualmente divulgate e che determinano le scelte di milioni di persone.

Questo mi ha fatto pensare che oggi è necessaria una rivoluzione antropologica dell’insegnante, che metta in discussione la sua metodologia, i suoi obiettivi formativi e  la strumentazione che utilizza. È necessaria una metodologia che discuta con saggezza l’enorme potenzialità fornita dal digitale nei termini di conoscenza critica della realtà. Oggi più che mai è importante, più che dare risposte preconfezionate, porre domande e non lasciare gli studenti soli nella ricerca di una risposta. Le risposte possibili devono essere il frutto di una ricerca comune tra docenti e studenti nel loro impatto nei confronti di una realtà che per entrambi risulta complessa. L’approccio scientifico dovrebbe garantire questo taglio metodologico, nel quale il digitale si inserisce in modo del tutto naturale. Se dovessi sintetizzare tutto in uno slogan, direi “rivalutare Galileo”, soprattutto dal punto di vista metodologico, perché il suo sguardo sulle cose ha costituito una vera e propria rivoluzione digitale. Prima di lui la conoscenza era speculazione, dopo di lui la conoscenza diviene frutto di un impatto con la realtà. Lo scienziato è colui che pone la domanda giusta. Prof. Paolo Ferrario

Posso dire, al termine di una giornata così ricca, che è un privilegio poter lavorare in un ambiente che garantisce a noi docenti una continua crescita professionale grazie al confronto tra colleghi e alla condivisione di esperienze estremamente significative tra di noi e con i nostri studenti… e la vera innovazione parte proprio da qui!

Prof.ssa Francesca Argenti
Docente e Referente nazionale per la Tecnologia


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