E’ grazie a giornate come questa che le persone che la mafia ci ha portato via possono continuare a vivere e ad operare con noi per un futuro migliore e più giusto. Con le belle parole pronunciate dalla signora Annalori, vedova dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, ucciso a Milano l’11 luglio del 1979, si è conclusa la cerimonia di premiazione del concorso Il coraggio della verità – edizione 2015, svoltasi a Milano mercoledì 28 ottobre.
Proprio alla memoria di Giorgio Ambrosoli è intestata l’omonima Associazione Civile fondata nel 2011 su iniziativa di un gruppo di cittadini milanesi impegnati nella vita sociale e culturale della città di Milano e attivi nel sostenere l’impegno di ogni persona per lo sviluppo di una convivenza sociale giusta, libera e fondata sui principi della Costituzione.
Ogni anno l’Associazione promuove la Giornata della virtù civile, che gode dell’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica e che si articola in una serie di importanti manifestazioni culturali e artistiche. Tra queste, due concorsi nazionali rivolti alle scuole del primo e del secondo ciclo.
Per le Scuole Secondarie di I Grado il concorso, che si intitola Il coraggio della verità, è stato dedicato in passato a diverse figure che si siano distinte nella lotta contro la criminalità organizzata di stampo mafioso e nell’impegno civile nel segno della legalità, come ad esempio lo stesso Giorgio Ambrosoli, oppure Libero Grassi, Carlo Alberto dalla Chiesa, Guido Galli, Tommaso Padoa Schioppa, don Pino Puglisi.
Per l’edizione di quest’anno, la settima, la personalità scelta è Peppino Impastato, giovane giornalista palermitano capace di rompere con la propria famiglia di origine collusa con la mafia, per impegnarsi attivamente in nome di una società più giusta e libera attraverso i microfoni di una radio libera, Radio Aut; Peppino Impastato verrà assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 a Cinisi, a soli 30 anni.
Partendo dalla lettura della graphic novel Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia, di Marco Rizzo e Lello Bonaccorso (ed. Beccogiallo Editore, 2009) e dalla visione del film I cento passi del regista Marco Tullio Giordana (2000), le scuole medie sono state invitate a produrre degli elaborati che fossero frutto di un lavoro collettivo in classe e fuori dalla classe e che – come si legge nel bando del concorso – potessero promuovere nella cittadinanza e in particolare nelle generazioni più giovani lo sviluppo di una coscienza civica, nella convinzione che essa, diffondendosi a macchia d’olio dalla famiglia alla scuola e dalla scuola all’intera società, rappresenti un valore in grado di migliorare la vita di ciascuno in tutti gli ambiti.
Nel corso della manifestazione pubblica presso il Teatro Dal Verme di Milano, nella mattina di mercoledì 28 ottobre, sono state premiate tutte le scuole primarie e secondarie di I grado i cui elaborati sono stati valutati da due autorevoli giurie di professionisti (legali, architetti, docenti universitari, magistrati), coordinate dalla dott.ssa Veronica Notarbartolo, Presidente dell’Associazione Civile Giorgio Ambrosoli.
I ragazzi della classe TERZA sez. E della Secondaria di I Grado del Leone XIII hanno deciso di impegnarsi nella realizzazione di un gioco da tavolo, che è stato intitolato Il gioco dei 100 passi e che ha ricevuto il primo premio assoluto tra le Secondarie di I Grado: davvero una grandissima soddisfazione e un giusto premio per un lavoro di grande qualità, prodotto con passione e impegno, che ha riscosso l’unanime plauso di tutti.
Ma che cos’è il Gioco dei 100 passi? Si tratta di una sorta di gioco dell’oca costituito da un percorso di 100 caselle che conducono simbolicamente non da casa Impastato a casa Badalamenti, cioè dalla legalità all’illegalità, bensì verso la lgalità, dal punto in cui ciascuno si trova verso una ideale Radio Aut, da dove proclamare la propria presa di posizione di fronte a ogni genere di mafia o di comportamento illegale.
Lungo il percorso si incontrano tre tipi di caselle speciali: quelle verdi che ci parlano di persone che hanno impegnato la propria vita a testimoniare la possibilità di vincere l’illegalità (e che ci fanno procedere più veloci), quelle gialle che ci obbligano a conoscere e a dare una risposta sulla vita e le azioni di Peppino Impastato, e quelle rosse, che ci bloccano la strada perché ci mostrano esempi di azioni quotidiane che ciascun ragazzo o ragazza può compiere e che aprono la strada all’illegalità.
Alla manifestazione hanno presenziato, premiando i vincitori, la signora Annalori Ambrosoli e la figlia Francesca, nonché il fratello di Peppino Impastato, Giovanni, da tempo impegnato nella difesa della memoria di Peppino e in una lunga e appassionata opera di difesa delle virtù civili (come testimoniano le istituzioni fondate a Cinisi, quali la Casa Memoria di Felicia e Peppino Impastato e il sito web).
Un meritato applauso ai ragazzi che sono stati protagonisti di questa splendida lezione di civiltà e di creatività: si può imparare a diventare degli adulti responsabili, consapevoli e capaci di testimoniare anche passando dall’intelligenza di un gioco.
Bravi dunque Camilla Aloisio, Filippo Bencini, Margherita Biella, Lucrezia Branca, Marta Crugnola, Antonio D’Agostino, Carlo Esposito, Alice Ferrara, Bianca Friggi, Aron Hu, Tommaso Manca, Lucrezia Memè, Iacopo Nassigh, Edoardo Nesci, Caterina Olea, Martina Pizzocaro, Virginia Puglisi, Tommaso Rotundo, Emanuela Saracino, Daniele Scalise, Gualtiero Schiavi, Matteo Stella, Andrea Wang.
Grazie anche alla prof.ssa Gaia De Vecchi, ideatrice del gioco, e alle prof.sse Elena Fietta e Silvia Pizzul che hanno seguito i ragazzi, con la collaborazione di tutti gli insegnanti del Consiglio di Classe; il progetto grafico e la stampa della scatola da gioco e del tabellone sono stati curati da Fabio De Vecchi, mentre i ragazzi hanno prodotto tutti i contenuti del gioco.
Prof. Antonio Bertolotti
Coordinatore Didattico
Scuola Secondaria di I Grado