Ma nonostante tutto, anche nei giorni che sembrano brutti e interminabili, si intravvede sempre l’ombra della speranza in un miglioramento, in una possibile tratta in pullman, ma soprattutto nell’arrivo: ed è proprio questa speranza che, dopo ore ed ore passate a camminare con sali-e-scendi interminabili alla ricerca dell’ostello che sembra allontanarsi da noi sotto il diluvio incessante, ci sprona a continuare, ci ricorda che la meta è vicina e che possiamo farcela.
E così come lo è del fisico, la speranza è anche guida spirituale dei molti che oggi, più di ogni altro giorno, hanno voluto spingere la propria riflessione oltre, di coloro che hanno saputo dimostrare con gesti apparentemente irrilevanti la loro disponibilità, la gentilezza e la sincerità con cui vivono i rapporti con quello che a questo punto può indubbiamente essere definito un gruppo unito: bisogna infatti constatare che, salvo qualche difficoltà nella mattinata a stabilire un ritmo adeguato a tutti, nel pomeriggio si è raggiunta una velocità tale da permettere una serena camminata a tutto il gruppo attraverso il metodo ormai collaudato di fare andare in testa il più lento fra i compagni e impegnandosi a non superarlo mai.