Buona Festa di Sant’Ignazio!
Ricordando la S. Messa per la festività di S. Ignazio di Loyola – che si celebrerà questa sera, mercoledì 31 luglio, alle ore 19.15, presso la Chiesa d’Istituto – non possiamo non interrogarci in questo giorno speciale per il nostro Leone e per tutte le realtà ignaziane sul significato di questa tradizione.
Ad oltre 450 anni dalla morte di S. Ignazio, avvenuta a Roma il 31 luglio del 1556, è infatti con un certo stupore, una meraviglia colma di gratitudine, che volgiamo lo sguardo alle tante opere vive e attive che da S. Ignazio discendono direttamente e che continuano ad essere vivificate dalla sua spiritualità e dal suo esempio di vita.
Limitandoci alle scuole ed alle realtà squisitamente educative, ci troviamo oggi davanti ad un network di 874 scuole Primarie e Secondarie in tutto il mondo, con oltre 870.000 studenti che quotidianamente vivono i collegi e le scuole della Compagnia di Gesù. A queste dovremmo poi aggiungere le 195 università dei Gesuiti, le oltre 1600 scuole di Fe Y Alegria, i 55 centri educativi del Jesuit Refugee Service…
La tradizione ignaziana è così una tradizione viva, che parla alla vita di tante persone nel mondo e che le unisce all’insegna di una visione, di un particolare modo di sentire e gustare le cose, di essere uomini e donne per gli altri…
Ciò che rende viva questa tradizione centenaria è, tra le altre, la sua attenzione al contesto, al periodo storico o alle condizioni locali in cui essa si trova ad agire. Questa capacità di rinnovarsi e di parlare al tempo presente, all’uomo di oggi, partendo dalle fondamenta della sua visione. Una tradizione viva dunque, che vivifica e si mantiene viva, interrogandosi e confrontandosi continuamente.
Così nel recente documento (vision statement) redatto a conclusione del seminario tenutosi a Yogyakarta, in Indonesia, dal 24 al 28 giugno 2024, nel corso del quale 106 membri della Jesuit Global Network of Schools (JGNS) si sono riuniti al Kolese De Britto (De Britto College) per indagare cosa significhi Educare alla Fede nel 21° secolo per le scuole contemporanee dei gesuiti.
È un documento che ci parla direttamente, come scuola ignaziana, un documento “forte” che sembra profilare le scuole come le “nuove chiese” per condurre a Dio e per rendere, tutti insieme, in un cammino comunitario, questo mondo migliore.
È nella festività di S. Ignazio che vogliamo condividere così alcuni passi di questo documento:
Come ha affermato più volte Papa Francesco, stiamo vivendo “un cambiamento d’epoca” caratterizzato da crescenti livelli di secolarizzazione, pluralismo e individualismo – un contesto non troppo dissimile dal cambiamento d’epoca vissuto da Ignazio di Loyola e dai primi Compagni. Gli obiettivi di JESEDU sono una risposta alle sfide che questo cambiamento d’epoca rappresenta per le scuole contemporanee dei gesuiti, nel campo dell’identità cattolica e della formazione alla fede.
Nel suo discorso introduttivo ai partecipanti riuniti a Yogyakarta, il Padre Generale Arturo Sosa SJ, ha riconosciuto che “il nostro mondo e anche le nostre scuole stanno diventando più diversificate che mai in termini di religioni e culture”. In risposta, P. Sosa ha raccomandato alle scuole dei gesuiti “di diventare ponti apostolici tra questa diversità bella e donata da Dio e la nostra fede”. Come strumenti apostolici della Compagnia di Gesù al servizio della Chiesa Cattolica, le scuole dei gesuiti si impegnano a rispondere fedelmente e pienamente a questa chiamata.
Le scuole dei gesuiti sono piattaforme apostoliche, incaricate di diventare “evangelizzatrici” in questo cambiamento d’epoca, conducendo gli altri a Dio nell’incontro con Gesù Cristo, attraverso il dono degli Esercizi Spirituali e della Spiritualità Ignaziana. Questo riflette l’invito della prima Preferenza Apostolica Universale: “Mostrare la via a Dio attraverso gli Esercizi Spirituali e il discernimento”.
In questo cambiamento d’epoca, anche le iniziative di formazione alla fede tra gli studenti devono essere radicate negli Esercizi Spirituali e nella Spiritualità Ignaziana e dovrebbero giocare un ruolo centrale nella missione della scuola. Dovrebbero facilitare negli studenti una “trasformazione” che sviluppi la fede e promuova in loro “effetti umanizzanti”. Le scuole dei gesuiti sono incoraggiate a considerarsi luoghi di incontro dove, come esorta sant’Ignazio, “Dio venga trovato in tutte le cose”.
Le scuole dei gesuiti svolgono la loro missione in contesti multiculturali, multireligiosi e di pluralismo di credenze, che sono interconnessi, in particolare attraverso le innovazioni della tecnologia e la proliferazione dei social media. Il “dialogo interreligioso” si riferisce all’“impegno intenzionale e rispettoso tra individui o tra gruppi di diverse tradizioni religiose con l’obiettivo di promuovere la comprensione reciproca, il rispetto e la pace”.
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