Torna il debate nelle aule leoniane, lo “sport della discussione”, una metodologia didattica che riprende le antiche dispute già in uso nei primi Collegi dei Gesuiti e che vuole sviluppare le capacità di argomentare, parlare in pubblico e lavorare in gruppo.
In occasione di questa prima giornata inaugurale per l’anno scolastico 2022/2023 la redazione di leonexiii.it ha intervistato la professoressa Margherita Giambi, Referente per le Tecnologie e la Didattica dell’Istituto e coordinatrice – assieme ai proff. Michele Genovese e Sara Blandini – del progetto debate.
Professoressa Giambi, torna la stagione del debate…
Sì, torna il debate e torna con una novità, l’istituzione cioè di un torneo interno al Leone, con varie squadre ad adesione libera, in preparazione ai campionati nazionali cui parteciperemo anche quest’anno.
Questa novità nasce da un’idea di Riccardo Scibetta di Quinta Scientifico A. È un progetto che Riccardo aveva ideato già quando era in Seconda, e l’aveva proposto proprio il giorno prima della chiusura delle scuole data dalla pandemia. Quest’anno lo ha riproposto e la sua proposta ci ha convinto. Abbiamo provato a vedere che tipo di adesione avremmo avuto e con piacere abbiamo raccolto l’adesione di ben 8 squadre: il torneo leoniano di dibattito poteva iniziare!
La formula è a eliminazione diretta e si parte dai quarti di finale. Le squadre sono per lo più espressione delle varie classi, ma esistono anche squadre miste, interclasse. Esiste poi una classifica dei migliori debaters, indipendentemente se la squadra di appartenenza ha vinto o perso l’incontro, a cui si attingerà per la costituzione della squadra che parteciperà ai campionati nazionali. Quest’anno inoltre avremo tra i giudici alcuni ex-alunni del nostro Istituto.
Che cosa vuole stimolare nei ragazzi il debate?
Beh innanzitutto la formula del dibattito vuole sviluppare la capacità di saper parlare in pubblico, di argomentare, di portare avanti in modo efficace le proprie convinzioni; ma non solo: per come è strutturato, il debate prevede che i ragazzi si preparino per entrambe le due posizioni, tra loro opposte, sul tema oggetto del dibattito, e che solamente il giorno stesso del dibattito sappiano quale tra le due dovranno difendere. Questo li porta ad impadronirsi in profondità della tematica, a sviluppare la loro capacità di analisi. Non da ultimo inoltre li porta a comprendere il punto di vista dell’altro, l’esistenza di posizioni contrarie alle proprie, posizioni che pure hanno le loro ragioni. Vuole essere così una palestra di democrazia, e stimolo per un pensiero equilibrato, fondato e consapevole. Il debate è poi uno “sport di squadra” e in ciò aiuta a sviluppare la capacità di lavorare in gruppo.
Le mozioni scelte infine sono sempre legate a temi di educazione civica e di cittadinanza globale ed il debate è un modo per approfondire questi temi.
Come è andata questa prima giornata?
Molto bene: i ragazzi erano preparati ed entusiasti di partecipare, all’inizio c’era un po’ di emozione ma via via si sono sciolti e hanno saputo argomentare molto bene per il corso di tutto il dibattito. Oggi si sono sfidate una squadra mista, che doveva sostenere la posizione “pro”, composta da studenti di Quarta – Vittorio Tesch del Liceo Classico ed Edoardo Pia, Niccolò Pagano e Alessandro Pio dello Scientifico – ed una squadra “contro” espressione della Terza Scientifico Sportivo, composta da Matteo Tamagni, Filippo Primavesi, Lorenzo Ceva e Alice Nicodemi. La mozione proposta era “Questa casa sostiene che nei regimi autoritari gli attivisti per la democrazia dovrebbero utilizzare notizie false (come “deepfake”) per promuovere la loro causa”. Giudici assieme al prof. Genovese erano Kenneth Pau (Quarta Scientifico B), Pietro Polizzi (Quinta Classico) e Lavinia Carreri, ex-alunna del nostro Istituto.
Interessante e… chi ha vinto?
Hanno vinto i ragazzi di Quarta, ma anche i ragazzi di Terza Sport hanno dimostrato un’ottima attitudine al dibattito.
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