“Al posto di ciò che ci attendevamo, là, nel mezzo della cornice abituale, ecco il mare!”
“Tempo opportuno” nella nostra vita, sosta, picco, svolta, ripartenza: questo (ed altro) è il Kairòs, momento “forte” che hanno vissuto da martedì 4 a sabato 8 ottobre ad Ameglia (SP) Ginevra, Matilde, Cosimo, Ilaria, Valentina, Francesca, Chiara, Alice, Sihao, Lavinia – dieci studenti leoniani delle classi Quarte e Quinte dei Licei, assieme agli amici delle altre scuole della Fondazione Gesuiti Educazione e ai propri docenti.
Un luogo dove arrivare al fondo delle personali domande che ci abitano (Chi sono io? Quali sono i miei desideri, i miei sogni più profondi? Cosa mi addolora, cosa mi dà gioia? Cosa voglio fare nella e della mia vita?).
Un tempo (tre giorni + uno) in cui arrivare al fondo della nostra umanità: il saperci amati.
Avviene un po’ nell’esperienza quel che succederebbe se sbucando da un incrocio, vedessimo tutt’a un tratto il mare anziché un palazzo ben noto. Succede, all’improvviso, “qualcosa d’altro”. È qualcosa che non si può esprimere. Lo si sperimenta, e basta. Al posto di ciò che ci attendevamo, là, nel mezzo della cornice abituale, ecco il mare! […] Avviene uno squarcio. Un’irruzione apre una breccia. Il paesaggio, di colpo, muta, lasciandoci nello stupore. […] Questo dato che ha fatto in qualche sorta irruzione diventa il punto di partenza di un cammino.
Michel De Certeau




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