Se andassimo a vedere una mostra al buio ci verreste?
La proposta può sembrare una provocazione, eppure è reale e sorprendentemente stimolante. E’ stata accolta con entusiasmo da due classi Prime Medie che in due pomeriggi di gennaio hanno vissuto l’esperienza del percorso Dialogo nel buio presso l’Istituto dei Ciechi di Milano.
Martedì 8 gennaio è toccato alla IE, accompagnata dalle professoresse Elena Fietta e Adriana Lionetti, e martedì 15 gennaio alla IC, ancora insieme alla prof. Fietta, questa volta in compagnia dell’insegnante di Matematica Paola Tanzarella.
Il Dialogo nel Buio è una mostra/percorso allestita presso l’Istituto dei Ciechi di Milano e si differenzia da un’esposizione tradizionale per l’assenza totale di luce: i visitatori devono affidarsi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto, del gusto per esplorare i diversi ambienti.
In gruppi di 7 persone gli studenti hanno attraversato un percorso nel buio della durata di oltre un’ora. Sempre accompagnati da una guida non vedente, si sono trovati in alcune ambientazioni che richiamano la vita quotidiana in spazi chiusi o all’aperto: Abbiamo percorso un tragitto toccando, annusando, sentendo e bevendo al buio, racconta Edorardo M.
Dopo aver attraversato i diversi ambienti, l’ultima tappa è un bar dove, sempre nella piena oscurità, si commenta con la guida l’esperienza vissuta: Ho capito che usando gli altri quattro sensi i ciechi vedono le cose nella loro mente, riporta Cristina, mentre Beatrice ha commentato: Ovviamente non posso dire di aver compreso in un’ora come deve essere vivere una vita nel buio più totale, ma ho capito che i ciechi non sono supereroi con poteri soprannaturali, ma persone che vivono una vita ricca e completa come la nostra.
Il Dialogo nel Buio non è una simulazione della cecità, ma l’invito a sperimentare come la percezione della realtà e la comunicazione possano essere molto più profonde e intense in assenza della luce, dove gli altri quattro sensi si attivano.
Il commento finale è di Cecilia: Al termine del percorso la mia vista era stata trasportata dagli occhi alle mani: “vedevo” con le mani e con gli altri sensi. Ho trasportato gli occhi altrove nel corpo e ho scoperto che a volte al buio si può vedere ciò che alla luce non si vede.
Prof.ssa Elena Fietta
Scuola Secondaria di I Grado