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Le carte autografe dei grandi scrittori

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Semplici parole scritte su un foglio di carta riescono a smuovere i sentimenti umani in maniera così travolgente da ottenere il privilegio di essere conservate per l’eternità nella memoria dell’uomo; e queste stesse parole, talvolta pensate tanto tempo fa, hanno la forza di suscitare emozioni incredibili anche al giorno d’oggi, in un mondo dove è difficile immaginare di trasmettere quello che proviamo utilizzando una penna e un pezzo di carta.

Tali considerazioni sorgono quando ci si trova davanti ai testi autografi di poeti e scrittori di cui tanto si legge a scuola: è quello che è accaduto alla III Liceo Classico durante una gita a Pavia un giorno di fine gennaio, insieme ai professori Campanini e Scaglioni.

In una stanza celata all’interno dell’Università degli Studi, come un tesoro sconosciuto ai più, mai ci saremmo aspettati di trovare un tassello così importante della letteratura italiana. Il Fondo Manoscritti infatti, frutto della geniale iniziativa della studiosa Maria Corti e dell’aiuto di alcuni dei letterati italiani più iconici del ‘900, ospita una raccolta preziosa di manoscritti dei narratori e poeti più rappresentativi degli ultimi due secoli.

Lettera di Ugo Foscolo a Silvio Pellico

Lettera di Ugo Foscolo a Silvio Pellico, datata 18 agosto 1812

All’entrata siamo stati accolti dalla responsabile, che in seguito ci ha mostrato opere dal valore inestimabile, che abbiamo potuto toccare con mano: in primis tre manoscritti di Eugenio Montale -probabilmente il poeta che ha maggiormente contribuito alla realizzazione del Fondo Manoscritti- tra cui la celebre poesia I limoni.

Questi non sono gli unici scritti che abbiamo ammirato dell’autore, in quanto abbiamo avuto l’opportunità di apprezzare anche una delle prime copie del 1925 degli Ossi di Seppia e un’altra copia dello stesso capolavoro postillato da Elio Vittorini.

Molti sono gli altri materiali autografi che abbiamo potuto vedere e sfogliare: dal manoscritto della Speculazione edilizia di Calvino, alle note di Manganelli al Pinocchio di Collodi, fino ad una lettera originale di Foscolo a Silvio Pellico!

Comprendere il lavoro scrupoloso e minuzioso dietro ad ogni poesia e vedere le correzioni e le varianti sul testo sono stati gli aspetti che senza dubbio ci hanno colpito maggiormente perché invisibili nei libri che leggiamo.

Il minuzioso lavoro sul testo ci ha proiettato nella mente degli autori e, con un salto nel passato, abbiamo un po’ colto il percorso del loro pensiero nel momento della stesura di alcune delle opere che ancora oggi studiamo e sono alla base della nostra formazione liceale.

Insomma, un’esperienza che, per la sua unicità, abbiamo vissuto con passione e emozione, e che ci ha avvicinato ancora di più alla nostra storia letteraria (e non solo).

Iacopo Bassi
III Liceo Classico


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