Il 29 novembre le classi del secondo anno dei Licei del Leone XIII si sono collegate in diretta con i ricercatori della base italiana Mario Zucchelli che si trova sul Mare di Ross in Antartide.
Il collegamento è stato reso possibile grazie all’interessamento della dott.ssa Lucia Sala Simion, giornalista professionista e divulgatore scientifico, che ha introdotto la mattinata con una lezione sul continente di ghiaccio.
Federica, studentessa di II Liceo Scientifico, ci ha inviato un resoconto:
L’Antartide: un continente lontano, sconosciuto, di cui spesso dimentichiamo persino l’esistenza. Visto da tutti come una terra disabitata, pochi pensano che in questo preciso momento ci sono delle persone come noi, lì, a 40 gradi sotto zero.
Anch’io non l’avrei mai pensato, fino a che la mia scuola non ha organizzato per tutti gli studenti del secondo anno dei licei un incontro sull’argomento.
La conferenza si è aperta con un’introduzione generale al continente da parte di una giornalista scientifica che ha lavorato alla base italiana Mario Zucchelli, in Antartide, e che ci ha illustrato in generale la storia, la geografia e la fauna nel continente.
In seguito, tramite una diretta Skype, ci è stata data la possibilità di parlare direttamente con i ricercatori presenti in questo momento alla base, ai quali abbiamo rivolto le nostre principali domande e curiosità.
Ci hanno risposto parlandoci delle loro ricerche, dei loro studi sugli animali del luogo: pinguini, foche e alcuni tipi di pesci; ci hanno raccontato dell’estrazione delle “carote” di ghiaccio, attraverso le quali possono ricostruire la composizione atmosferica di milioni di anni fa.
Sono intervenuti anche i medici presenti nella base per dare assistenza in caso di malattie del personale.
È stata un’esperienza davvero singolare potermi immedesimare, per qualche minuto, nella vita di questi ricercatori.
Una vita, come ci hanno spiegato, difficile: difficile stare per mesi lontani da casa, in una terra isolata e completamente disabitata.
Una vita stressante anche dal punto di vista psicologico, per la mancanza dell’alternanza tra notte e giorno e per le temperature difficilmente sopportabili per un essere umano.
Tuttavia, alla fine dell’incontro, tutti noi abbiamo avuto l’impressione che, nonostante le difficoltà, queste vite siano anche piene di soddisfazioni, perché vissute con passione.
Federica Antoniazzi
II Liceo Scientifico