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Menzione speciale per la 2^ “M”

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Il 23 novembre la Seconda Media “M” (M come Martini) ha ricevuto la “Menzione Speciale” al concorso indetto dall’Associazione Giorgio Ambrosoli per celebrare la Giornata della Virtù Civile, quest’anno dedicata alla figura dell’amato ex arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini.

Il meritatissimo riconoscimento premia un intenso lavoro portato avanti da venti studenti (quattro per ciascuna delle classi seconde) della Secondaria di I Grado del Leone XIII, sotto la guida esperta dell’infaticabile prof.ssa Gaia De Vecchi (vedi il momento della proclamazione).

Ci racconta tutto uno degli studenti premiati, Andrea. A seguire, la prof.ssa De Vecchi ci presenta un’esperienza curiosa, insolita, lungo le tracce del cardinale Martini.

Anche quest’anno il Leone ha partecipato al concorso promosso dalla Fondazione Giorgio Ambrosoli.

La Seconda M

La premiata Seconda M

Dopo gli ultimi anni pieni di successi, grazie al gioco ispirato alla figura di Peppino Impastato (che ha vinto il primo premio due anni fa) e quello su Iqbal Masih (al secondo posto l’anno scorso), il Leone ha deciso di partecipare con la seconda M, ovvero un gruppo misto di ragazzi delle seconde medie scelti dalla prof. De Vecchi e dai docenti di classe, che per circa un mese hanno lavorato con la professoressa durante le ore di studio.

Giovedì 23 novembre, dopo un trasferimento turbolento con un’uscita dalla metropolitana per un guasto ed un arrivo all’ultimo minuto, la Seconda M è riuscita ad arrivare in tempo presso la Sala Puccini del Conservatorio di Milano, accompagnata anche dal preside, il prof. Antonio Bertolotti.

La premiazione è iniziata con l’intervento del primo avvocato milanese di colore, Abdou Mbodi (vedi un’intervista precedente, ndr.)che ha parlato della sua vita, delle sue difficoltà e dei diritti e dei doveri che le persone emigrate devono avere.

Successivamente è iniziata la cerimonia, che ha assegnato il terzo posto alle Orsoline di San Carlo (classi terze A e B) con un lavoro per il quartiere, basato sull’aiuto ai disabili ed alle loro difficoltà di spostamento.

Al secondo posto si è classificato l’Istituto Cavalieri con un lavoro molto originale, presentato da due ragazze, con un filmato che aveva per protagonista un gatto che con una pipa riusciva a mettere a posto i vari problemi del quartiere.

Infine il primo posto è stato conquistato dalla scuola Santa Caterina da Siena, grazie al progetto di una classe prima, di un palazzo di “de-bullizzazione” con varie aule per far diventare il bullo una brava persona.

Il gioco Memory

Il gioco Memory

Vi starete chiedendo: che cosa è successo al Leone?

Il Leone ha ricevuto un premio davvero speciale, per aver centrato in pieno l’obiettivo del lavoro; nella motivazione a questa “menzione speciale dell’Associazione”, si dice che il lavoro è stato l’unico a parlare del Cardinal Martini, quello che “più si è avvicinato allo spirito del progetto”, e infine l’unico ad essere concretamente realizzato (a partire dal prossimo mese di gennaio).

Il progetto della Seconda “M”, intitolato “La cattedra dei leggenti”, consiste nel proporre a varie associazioni presenti nel quartiere (scuole, oratori ecc.) un libro da leggere e circa dopo un mese invitarli a discuterne in un’aula: una sorta di salotto letterario, su temi di grande importanza.

Inoltre la classe ha prodotto un gioco Memory con domande sulla vita del cardinal Martini.

Per me è stata una bellissima esperienza ed è stato molto emozionante.

Ciò che più mi ha colpito sono stati il discorso iniziale di Abdou Mbodj e soprattutto la grande sorpresa finale con il premio a noi dedicato. Fino a qualche minuto prima avevamo paura di avere perso ogni speranza, ma alla fine è tornato l’entusiasmo per l’ottimo risultato raggiunto!

Andrea Santoriello, 2mdC

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Dopo aver lavorato per diverse settimane sulla figura del card. Martini, a partire da documenti cartacei e fotografici, e dopo aver condiviso con i ragazzi alcuni dei miei ricordi personali, ho pensato di sfruttare una ghiotta opportunità: far comprendere ai ragazzi la storia e la Storia a partire dai luoghi dove padre Carlo Maria ha vissuto e ha incontrato tante persone. Abbiamo quindi affrontato, nella giornata di martedì 21 novembre, quello che abbiamo denominato il Tour Martini, un percorso intenso ed emozionante sulle tracce del Cardinale.

La cattedra de leggenti

La cattedra dei leggenti

Prima tappa: dal Castello abbiamo risalito via Dante a piedi (come fece il Cardinale in occasione del suo ingresso ufficiale in Diocesi) per capire cosa si stava lasciando alle spalle e verso cosa stava andando. Siamo stati accompagnati da don Sergio Massironi, che appartiene all’ultimo gruppo di sacerdoti ordinati dal Cardinale, nel 2002: testimone in carne ed ossa di cosa significhi essere formati e vivere una vocazione sotto la guida del padre Carlo Maria.

Seconda tappa: in Arcivescovado (piazza Fontana): per osservare dove padre Carlo Maria ha vissuto e riflettere su cosa (ma soprattutto: come!) affrontò il suo episcopato ambrosiano, da Gesuita. Ci ha particolarmente colpiti la cappella personale: pur affacciandosi su piazza Duomo è totalmente avvolta nel silenzio. Come a dire che padre Carlo Maria sapeva stare con le persone, ma in uno stile riflessivo e meditativo. Lì abbiamo salutato don Giambattista Rota, responsabile in Diocesi degli Insegnanti di Religione, che ci ha fatto un grande regalo: ci ha permesso di entrare in Duomo attraverso il sotterraneo che unisce l’Arcivescovado al Duomo stesso, raramente accessibile ai fedeli laici.

Terza tappa in Duomo: abbiamo affidato le nostre preghiere di intercessione  al Cardinale sulla sua tomba e visto da vicino la Cattedra, da cui, per molti anni, ci ha regalato parole di fede e umane.

Quarta, ma non ultima, tappa: abbiamo concluso il nostro tour presso la Fondazione Carlo Maria Martini, in piazza San Fedele, per vivere l’impegno, sia tecnico (come si gestisce una fondazione e un archivio), sia “di senso” di una fondazione. Detto in altre parole: l’ultima tappa non è stata la tomba, ma la Fondazione. Abbiamo ricevuto un’accoglienza umana e professionale senza pari e abbiamo potuto accedere a documenti fotografici, cartacei, sonori ancora inediti.

Prof.ssa Gaia De Vecchi


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